Abbiamo dimenticato cosa significhi stiracchiarsi nel letto assonnati e iniziare la giornata inebriati dal profumo del caffè. E da niente altro.
Il caffè si accompagna alle email e alla gimcana del vivere quotidiano. Purtroppo.
Iniziamo la giornata spalancando le porte al mondo esterno e trascurando quello interno.
Non esiste più il tempo, sacro, della cena. Il pranzo apparirete alla dimensione del lusso, e il telefono con le sue continue seduzioni sembra avere un posto a tavola.
Siamo fagocitati dalla fretta e dalla vita online, dimensione che sovrasta e inquina quella offline.
La bulimia del vivere ci ha travolti e stravolti facendoci precipitare nella dimensione della dipendenza.
Siamo sempre di corsa, agitati e frenetici, in costante overdose da social e da smartphone.
Così, il sette maggio – quest’anno il primo maggio – si festeggia la giornata mondiale della lentezza.
Lentezza è l’inno di questa giornata: un invito a vivere sempre più slow, all’insegna della pienezza del sentire.
Quindi, lasciamo al passato il famoso detto “chi si ferma è perduto”, che ha fatto convivere nelle nostre vene il senso di colpa e suo fratello, il senso del dovere, e via libera al pieno sapore della vita e anche al dolce far nulla.
Da oggi, ci provo, lo prometto: farò un tuffo nel profumo del mio cappuccino mattutino avvolta dai suoi vapori e non risponderò contemporaneamente al telefono o scriverò su whatsapp.
Auguro ai miei lettori tanti gesti lenti, profondi, dei veri rituali di bellezza per la nostra psiche.
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