Consulenza online: richieste d’aiuto per gli utenti

Consulenza online

Può una consulenza online sostituirsi a una de visu?

Inizio questo articolo sulla consulenza online con una domanda molto provocatoria. In funzione delle tante email che ricevo per le consulenze online.

Cosa si intende per consulenza?

La consulenza, che sia de visu o trattasi di una consulenza online, è sempre un privilegiato spazio d’ascolto. Un luogo simbolico dove il professionista e il paziente si incontrano per analizzare una problematica, nel tentativo di trovare una soluzione. L’uno porta la sua ansia e le sue paure, l’altro la sua esperienza e la sua capacità d’ascolto. Il tutto viene regolamentato dalla tutela della privacy, dallo studio che contiene e dal pagamento della parcella. Altrimenti diventerebbe un rapporto amicale. In ambito psichico, e ancor di più psico-sessuologico, dove le variabili da analizzare sono davvero tante, questo spazio d’ascolto non può mai essere esclusivamente online.

Internet e la relazione di cura

Ai tempi di internet, tutto cambia, si modifica, si velocizza e anche l’accesso alla dimensione d’aiuto sembra cambiare forma. Dalla prescrizione della visita o consulenza, rappresentata dal foglio a quadretti rosa, siamo passati all’assoluta autonomia. Forse anarchia.
Autonomia nel cercare e trovare il clinico che più si addice alle nostre richieste interiori e al nostro vissuto. Il più visibile online. Colui che ha più follower ed è più disponibile. Chi abita di fronte casa. Chi è più a buon mercato o sempre online.
Le modalità per scegliere il professionista a cui affidare la nostra psiche e il nostro cuore, però, non sono queste. La consulenza online è quello strumento neo nato, che consente all’utente di contattare il professionista più consono alle proprie necessità. Viene utilizzata per ottenere alcuni colloqui di orientamento, al fine di lenire la propria confusione o disagio interiore. Questo strumento, però, non può essere sostitutivo né di una diagnosi clinica né di un percorso psicoterapico, o comunque terapeutico. Sicuramente è un valido e immediato strumento di ascolto e di risposta al dolore e allo sconforto di chi si rivolge a noi.

Leggi anche:
Quanto può durare per sempre. Amore e tempo

Paura e consulenza online

Dietro una prima richiesta di consulenza ci sono tanti ambiti da analizzare. La reale motivazione del paziente, la sua storia di vita, la modalità per la quale sceglie o non sceglie il mezzo informatico, come lo utilizza, e con che finalità. I giovani, nativi digitali, accorciano le distanze. Spesso ci scrivono su whatsapp – cosa che io non amo, e ai quali non rispondo – via sms. Scrivono ovunque, confondendo il professionista per il compagno di banco, e la nostra eventuale risposta per una sorta di istruzioni per l’uso, o il buon consiglio della nonna. Quando si predilige il web, le motivazioni sono tante e non sempre consone al percorso di cura. I meccanismi di difesa della psiche, tanti e importati quando si tratta di sessualità, muovono le fila delle richieste di tante consulenze online. E come spesso accade rimangono soltanto consulenze online. I motivi che spingono l’utente a scrivere al professionista possono essere svariati. Timidezza, impedimenti fisici e geografici, vergogna e imbarazzo, la giovane età, la totale assenza di una reale possibilità economica e, per finire, ansia.
Il mezzo informatico, essendo sprovvisto del contatto visivo e uditivo, garantisce ancor di più l’anonimato e facilita l’apertura emotiva e le possibili confessioni.

Funziona davvero?

Durante la mia pratica clinica, ho potuto notare che la consulenza online rappresenta per il lettore un “sos dell’anima“, dall’immediato utilizzo e dalla fruibile risposta.
Gli utenti cercano nel monitor del computer – anzi nei loro smartphone, ancora meno impegnativo! – un medico per amico. Un medico delle facili istruzioni per l’uso, ascolto e conforto per le più varie motivazioni: solitudine, amarezza, problematiche di salute e dolori dell’anima. In un secondo momento, trovata l’intesa, la sintonia e l’empatia con il professionista che sta dall’altra parte del computer, è possibile che il lettore trovi il coraggio e la motivazione per intraprendere un percorso di guarigione.

Leggi anche:
Memoria corporea dell’amore

Solitamente questo, nella maggior parte dei casi, non avviene.
C’è la malsana tendenza alle auto diagnosi. La dannosa abitudine di cercare online i sintomi e le cure, qualche suggerimento qua e là; come se la nostra salute fosse semplicemente a portata di click. In sessuologia la diagnosi è un momento, anzi più d’un momento, di importanza elevata. Viene sempre integrata dalla visita andrologica per l’uomo, e ginecologica per la donna; il tutto non fattibile online. La prima consulenza è sempre un momento di grande importanza clinica. Paziente e sessuologo clinico si incontrano per la prima volta nel terreno paludoso della sofferenze e delle paure, dell’empatia e dell’ascolto profondo.

Conclusioni

La consulenza online rappresenta il primo passo verso la richiesta d’aiuto, di ascolto e di orientamento verso un possibile, postumo, percorso di introspezione e di chiarificazione.
Gli adolescenti, per esempio, si approcciano al computer con modalità convulse e consolatorie. Spesso scarsamente scientifiche, nel malsano tentativo di trovare ascolto e possibili risposte alla loro solitudine esistenziale e mal di vivere, veramente frequente per quella fascia d’età. Internet rappresenta una “finestra percettiva” sul mondo che, tutto offre, ma niente spiega. Una finestra che crea in un’età di grandi vulnerabilità e tumulti dell’anima, confusività e necessità di omologazione.
Nelle ricerche online, sarebbe opportuno cercare sempre i riferimenti scientifici del professionista che risponde. Dietro un monitor può sempre esserci chiunque.
Il monitor, indubbiamente, separa fisicamente paziente e clinico, ma se sapientemente adoperato crea un clima di sintonia emotiva. Questo rasserenerà e motiverà l’utente, che altrimenti non avrebbe avuto il coraggio e l’opportunità di chiedere aiuto.

Questa ricerca può essere solo un primo passo verso la reale consapevolezza di avere un disagio e rappresentare l’inizio di un percorso.

P.S: In questi giorni, a causa del coronavirus, sono obbligata a lavorare da casa. Sto seguendo i miei cari pazienti, ma mi sento orfana di sensi e di sguardi. Spero di tornare al più presto nella riservatezza del mio studio.

Leggi anche:
La bambola senza sesso e i bambini dal sesso incerto

Seguimi su Facebook (clicca qui) e su Instagram (clicca qui) e guarda le mie foto.

Per ricevere la mia newsletter settimanale potete iscrivervi cliccando sul pulsante sotto se vi fa piacere, vi aspetto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.

Articoli correlati

Consulenza online

Da oggi è possibile chiedere una consulenza online in tutta privacy e con la professionalità di sempre
Scopri di più
close-link
error: Il contenuto è protetto